giovedì 31 luglio 2014

Lettera aperta a pazienti e terapisti incivili

Lettera aperta a due categorie di persone scadenti: terapiste e pazienti che mi chiedono appuntamenti, e poi non si presentano, senza neppure avvisare della mancata venuta.
Accade spesso che ricevo telefonate di pazienti che vogliono prenotare una consulenza, talvolta manifestando anche esigenze particolari di orario, giorno, luogo (ho studi in diverse città), e che, nonostante la raccomandazione di avvisarmi in caso di “imprevisto”, non si presentano e non si degnano neppure di avvertirmi del loro cambio di idea e di programma.
Lo stesso succede con logopediste che chiedono colloquio per eventuali tirocini e collaborazioni professionali. Più di una volta ho ritagliato del tempo (sottraendolo ad altri e più fruttuosi modi di impiegarlo) per concedere loro appuntamenti ai quali non sono poi venute, e non hanno avuto la minima educazione di disdire tempestivamente l’impegno.
Agli uni come alle altre voglio esprimere il mio ufficiale disprezzo.
Il loro comportamento esprime una forma di inciviltà e maleducazione che non trova alcuna giustifica. Passi per il vero imprevisto, ma nella maggior parte dei casi, all’origine di questi comportamenti indolenti e irrispettosi, c’è un’inciviltà e una rozzezza che queste persone hanno nell’anima e nella loro totale diseducazione umana, sociale e culturale.
La mancanza di rispetto del tempo e del lavoro altrui, per me è una carenza mentale e sociale gravissima.
Ricordo un giorno in cui mentre salivo sul treno Verona-Milano, per andare ad effettuare l’unica (ripeto: unica) visita prenotata per quel giorno a Milano, telefonai istintivamente al numero della persona che aveva chiesto la consulenza (e che aveva detto di poter venire solo in quella data) per avere conferma del suo arrivo, e mi rispose che alla fine aveva deciso di non effettuare la visita. Ma non si era curata di avvisarmi! Intanto il treno era partito, ed io sprecai una mattinata per andare e venire da Verona a Milano senza più alcun motivo.
Ancora peggio al sud, dove tale malcostume si manifesta con frequenza maggiore.
Circa la metà delle visite prenotate non viene effettuata, e nella maggior parte dei casi, senza neppure una comunicazione di disdetta. Anche per queste circostanze avrei una grande aneddotica, ricordando tante volte in cui mi sono spostato da una città all’altra (es. Napoli-Salerno) o da uno studio all’altro, anche per una sola visita, senza badare alla non convenienza economica di un viaggio o di un grande spostamento, ma sempre convinto dell’importanza della professionalità e della disponibilità, al di là dell’aspetto pecuniario.     
Ovviamente il mio risentimento diventa tanto maggiore quanto a tanta professionalità e disponibilità si oppongono tanta maleducazione, cialtroneria, inciviltà.

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