L., anni 20, compiuti dieci
giorni fa. Aveva l’autismo. Oggi ha sostenuto e superato l’esame orale di
maturità.
A L. fu diagnosticato l’autismo
all’età di tre anni. Iniziammo subito il lungo, difficile, duro percorso di
abilitazione e terapie nutrizionali metaboliche, conquistando, tappa dopo
tappa, le capacità comunicative, il linguaggio verbale, le autonomie, la
lettura, la scrittura, l’inserimento nella scuola di tutti, un’evoluzione
cognitiva e una maturazione comportamentale sempre maggiori, fino ad arrivare a
quanto accaduto oggi: la prova finale, orale, dell’esame di maturità liceale.
Ho assistito personalmente a
questo momento di autentico trionfo per L., per la sua famiglia, le sue
terapiste, e ho provato, oltre a una grande e comprensibile soddisfazione,
anche la conferma di quanto più volte ho affermato e altrettante volte mi sono sentito
ingiustamente contestare: Dall’autismo si può uscire.
Questa uscita non ce la regala
nessuno, non arriva da sola, non arriva con poche sporadiche e ritardate ore di
psicomotricità e logopedia. Arriva con sacrifici immani, intensissimi, con competenza
e abnegazione dei terapisti, delle famiglie. Ma può arrivare. Grazie, caro L.,
per aver identificato un esempio reale e tangibile per tutti quelli che oggi si
trovano nella situazione in cui ti trovavi tu. La tua meravigliosa impresa sarà
un esempio, una luce di speranza per chi vuole davvero investire in sforzi e
sacrifici per superare l’autismo.