venerdì 17 luglio 2015

Due diversi modi di prenotare visite per i propri figli

Due esempi di situazioni diverse che sono alla base di due modi di affrontare e superare -o non superare- i problemi (riferisco episodi realmente accaduti):
- Situazione A: "Pronto, dottore, vorrei portarle a visitare mio figlio, ho il sospetto che sia affetto da autismo o che ne abbia alcuni segni. Ora le racconto un po' la sua storia e le descrivo come si comporta a casa, a scuola o con gli altri bambini...". "No, signora, mi scusi, non vorrà mica raccontarmi tutta la storia al telefono, oltretutto non servirebbe per una diagnosi a distanza, e in questo momento sono in visita". "Ah, va bene, allora può darmi un appuntamento?". "Certamente...". "Sì, però, mi scusi, dottore, nelle prossime settimane non ci saremo, poi dovremmo vedere in base ai turni di lavoro di mio marito, e inoltre dovremmo stabilire bene l'orario, perché in alcune ore della giornata il bambino dorme e sarebbe più nervoso se lo portassimo proprio in quel momento". Trascorse diverse settimane, la persona in questione mi richiama e fissa un appuntamento. Dopo pochi giorni mi scrive una mail in cui chiede un cambiamento della data. Poi ancora mi ritelefona per ridiscutere l'orario; e al riguardo riporto le parole testuali di una conversazione: "Dottore, noi potremmo venire quel tale giorno dalle 12 alle 14 oppure dalle 16 alle 17,30". Cerco di accontentare la richiesta, e ci riesco, ma ecco che dopo qualche ora mi giunge un'altra mail in cui mi si chiede di cambiare tutto, perché la famiglia è in grado di venire solo di sabato. Cancello nuovamente l'appuntamento da un'agenda su cui lavoro ormai più con il bianchetto che con la penna, e -previo preghiera a una segretaria e a una collaboratrice logopedista affinché mi dedichino qualche ora anche il sabato in cui avevano preso il giorno libero- accetto di incontrare il bambino e la sua famiglia, quel determinato sabato all'orario richiesto. A questo punto (e vi prego di credere che è accaduto davvero), il venerdì sera precedente il sabato della visita, alle ore 22, mi giunge una mail in cui laconicamente mi si annuncia la disdetta della visita.
- Situazione B: "Pronto, dottore, vorrei portarle a visitare mio figlio, ho il sospetto che sia affetto da autismo, mi dica quando può ricevermi". "Da dove mi chiama? Preferisce venire a Milano, a Napoli, o a Verona?". "Non importa dove, noi abitiamo a centinaia di chilometri da tutte e tre queste città (la telefonata che sto raccontando proveniva dalle Marche), per cui mi dica solo dove possiamo vederla al più presto". "Beh, domani sarò a Napoli, ma non so se riuscite ad organizzarvi in poco meno di ventiquattro ore". "Non si preoccupi, ce la faremo, è nostro interesse fare presto; dunque a che ora e dove può riceverci?". "Domani a Napoli alle 12 va bene?". "Certo, grazie e a domani". La famiglia arriva anche con un po' di anticipo sull'orario stabilito, e quando alla fine della visita, prescrivo indicazioni terapeutiche e alcune analisi, i genitori del bambino si attivano subito per mettere in pratica quanto consigliato.
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Commenti personali:
Non tutti i casi di autismo hanno evoluzioni favorevoli, eppure accade di vedere bambini molto ben riabilitati e significativamente migliorati, così come accade di vedere bambini che non hanno mostrato, negli anni, alcun significativo miglioramento.
È sempre un caso, una coincidenza, se la maggior parte dei figli riferibili alla Situazione A continua a manifestare un autismo grave e profondo, e la maggior parte dei figli riferibili alla Situazione B ha dato grandi soddisfazioni ai terapisti e ai genitori?

martedì 14 luglio 2015

27 anni di Specializzazione in Foniatria



14 luglio 1988 - 14 luglio 2015
Ventisette anni di Specializzazione in Foniatria.
Grazie a quanti mi hanno fatto amare questa disciplina.