sabato 9 luglio 2016

Aveva l'autismo. Oggi ha superato l'esame di maturità


L., anni 20, compiuti dieci giorni fa. Aveva l’autismo. Oggi ha sostenuto e superato l’esame orale di maturità.
A L. fu diagnosticato l’autismo all’età di tre anni. Iniziammo subito il lungo, difficile, duro percorso di abilitazione e terapie nutrizionali metaboliche, conquistando, tappa dopo tappa, le capacità comunicative, il linguaggio verbale, le autonomie, la lettura, la scrittura, l’inserimento nella scuola di tutti, un’evoluzione cognitiva e una maturazione comportamentale sempre maggiori, fino ad arrivare a quanto accaduto oggi: la prova finale, orale, dell’esame di maturità liceale.
Ho assistito personalmente a questo momento di autentico trionfo per L., per la sua famiglia, le sue terapiste, e ho provato, oltre a una grande e comprensibile soddisfazione, anche la conferma di quanto più volte ho affermato e altrettante volte mi sono sentito ingiustamente contestare: Dall’autismo si può uscire.
Questa uscita non ce la regala nessuno, non arriva da sola, non arriva con poche sporadiche e ritardate ore di psicomotricità e logopedia. Arriva con sacrifici immani, intensissimi, con competenza e abnegazione dei terapisti, delle famiglie. Ma può arrivare. Grazie, caro L., per aver identificato un esempio reale e tangibile per tutti quelli che oggi si trovano nella situazione in cui ti trovavi tu. La tua meravigliosa impresa sarà un esempio, una luce di speranza per chi vuole davvero investire in sforzi e sacrifici per superare l’autismo.

 

1 commento:

  1. Con colpevole ritardo, ma vorrei ribadire ogni parola del nostro foniatra Dott. Massimo Borghese.
    Io sono la zia di L. e ho accompagnato mia sorella nel lungo cammino che 17 anni fa ha fatto incrociare le nostre strade con quella del Dott. Borghese.
    Non ho certo bisogno di sottolinearne le qualità: i fatti, soprattutto quest ultima conquista, il diploma di maturità -NORMALE con obiettivi minimi- parlano da soli.
    Da un piccoletto di tre anni non verbale, pieno di stereotipie, aggressivo, mi sono ritrovata un ragazzo che discuteva di Svevo, 1a guerra mondiale, Schopenhauer, Gaudì, modernismo e sproloquiava di non so quale legge fisica ed equazione matematica, e non dimentichiamo il colloquio in inglese! Scoppiavamo tutti dall'orgoglio e dall'emozione. Non avevamo domande concordate, avevamo preparato la consueta tesina, abbiamo ripetuto il programma fino alla nausea, e poi VIA!!! La cosa che mi ha fatto più piacere è che non ha ripetuto a memoria quanto studiato: L. ha operato variazioni, sintetizzato, cambiato argomento quando non conosceva la risposta alla domanda e soprattutto collegato materie diverse tra loro. In forma semplice, ovvio, ma chi si aspettava di arrivare fin qui, ad avere mio nipote DIPLOMATO (e con voto anche abbastanza alto -lasciatemi passare l'orgoglio di zia!) tanti anni fa, quando tutto è iniziato, quando dire "autismo" voleva dire pronunciare una condanna senza possibilità di appello?
    E' stata dura per L., per i suoi genitori e sua sorella, per chi lo ha aiutato a vario titolo, ma ogni minuto speso, ogni scelta, ogni sacrificio ne è valsa la pena. E soprattutto è valsa la pena aver ascoltato e seguito la strada di un impeccabile professionista quale il Dott. Borghese, che in questi anni (e in quelli a venire -non è mica finita!) ci ha informato, aiutato, ascoltato, supportato, tollerato, corretto .... con umanità e disponibilità che raramente noi "pazienti" incontriamo tra professionisti di quel calibro.
    Il mio pensiero va a tutti quei genitori che si affacciano a questa esperienza. Vi auguro la forza di affrontare i cambiamenti che la nuova situazione impone, ma sappiate che nulla di quello che fate andrà sprecato.
    Per quanto riguarda L., nuove sfide ci attendono, nuove importanti scelte. Siamo tutti con te L. E, ne siamo sicuri, anche il Dott. Borghese.
    Ad maiora

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