giovedì 26 dicembre 2019

Il più bel regalo di Natale che ho ricevuto: la lettera di questa mamma di un 23enne "ex autistico".

19 dicembre 1999-19 dicembre 2019.
20 anni che ho più volte rivisto con la mia mente in questi giorni.
Sono stati anni "complessi", ma trascorsi su quel treno guidato da te.
Tutte le vicende le conosci bene e qualche trofeo lo abbiamo inserito nel medagliere.
Sicuramente la rotta  sarebbe stata più contorta e meta non chiara senza quell'incontro.
Per questo all'augurio di Buon Natale unisco la mia riconoscenza ed il mio grazie.

domenica 3 novembre 2019

Ci scrive la famiglia di un bambino autistico di un'altra regione, seguito presso il nostro Centro per alcuni anni

Questo è il testo del messaggio scritto a una nostra logopedista, dalla famiglia di un bambino autistico di un'altra regione, che per anni ha frequentato il nostro Centro per un lavoro di riabilitazione e recupero della verbalità. Per rispetto della privacy, ho cancellato o sostituto le parole che avrebbero reso identificabili le persone. 

venerdì 4 ottobre 2019

"Aver cura di un bambino in terapia può significare anche..." Pubblicato su Linkedin

Una delle mie Terapiste ha scritto:
Ci sono strategie terapeutiche che non possono essere copiate e adattate "a chiunque". Chi conosce davvero questa materia sa che ogni insegnamento varia da paziente a paziente. Ci sono regole che non si trovano scritte sui libri, e intuizioni che, figlie della tecnica, trovano spazio nella capacità di immaginare e improvvisare.

Tutto ciò che è limite si chiama metodo. Tutto ciò che è creatività... è arte.

lunedì 9 settembre 2019

"L'autismo non è per tutti". Il mio nuovo libro in tema di autismo, terapie, terapisti, possibilità di successo nella lotta a questa patologia.



Un libro costituito soprattutto da racconti di episodi e situazioni vissute dall’Autore nella quotidianità del suo lavoro di foniatra, da più di trent’anni in lotta contro l’autismo e le patologie ad esso collegate, sempre a contatto e a confronto con tutte le famiglie, con i terapisti di cui ha formato diverse generazioni, con i bambini che ha studiato e continua a studiare nelle loro caratteristiche che li distinguono come “affetti da autismo”, e dal quale autismo, Massimo Borghese ha sempre lottato per portarli fuori. Una lotta non solo contro la malattia, ma anche contro gli scettici, i detrattori, contro coloro i quali preferiscono affermare che “tanto, non c’è nulla da fare”, piuttosto che impegnarsi a combattere fino in fondo per ottenere qualche successo nel lavoro di recupero.
Il libro può essere acquistato al costo di 20€ (comprese le spese di spedizione) richiedendolo a: m.borghese@tin.it

sabato 27 luglio 2019

Centro Borghese. "Aperto" per ferie...

Centro Borghese di Otorinolaringoiatria, Foniatria, Logopedia, Riabilitazione. Operativi anche nel mese di agosto.
Contattabili tutti i giorni al numero 340 4810840,

lunedì 1 aprile 2019

2 aprile 2019. Giornata mondiale della consapevolezza sull'autismo

Dopo tanti altri 2 aprile in cui abbiamo letto e sentito ricordare che esiste l’autismo, che è in costante aumento, e che le persone autistiche sono sempre più numerose e bisognose di attenzioni, quest’anno vorrei soffermarmi su due temi che considero di particolare importanza, e pertanto degni di essere al centro di una più focalizzata consapevolezza.
Mi riferisco al significato di diagnosi precoce e all’appropriatezza delle cure.
La diagnosi precoce, tempestiva, è il presupposto fondamentale per poter iniziare un percorso abilitativo riabilitativo che abbia qualche concreta possibilità di successo. Lo dichiaro senza mezzi termini e giri di parole: sono ancora troppo numerosi i sanitari che davanti a un bambino di uno-due anni, che mostra segni di autismo, dichiarano che “è presto” per formulare una diagnosi certa, e che si può attendere prima di pronunciarsi. Quella piccola locuzione (“è presto”) ha impedito a migliaia di famiglie di dare al proprio figlio, che comunque autistico era sin dall’inizio delle prime visite, di avere un futuro migliore. Ancora una volta, in occasione di questo 2 aprile, accuso pubblicamente e a voce alta, quei “colleghi” che mi hanno definito allarmista, pessimista, precipitoso, nel formulare diagnosi di autismo, e che hanno colpevolmente tranquillizzato tante famiglie in angoscia perché io avevo detto che il loro piccolo era sul baratro o già nel baratro dell’autismo, per poi vederle ritornare dopo anni, e sentirmi dare ragione troppo tardi, incassando un amaro riconoscimento che non avrei voluto avere. Non è il momento (per me non lo è mai stato) di assumere comportamenti ipocritamente buonisti se ci si trova davanti a un male, un male serio, che può essere sconfitto solo se affrontato al più presto, intensivamente e con competenza.
In questo 2 aprile attacco veementemente anche coloro i quali negano che l’autismo si possa superare. E lo dichiaro non solo a difesa del mio lavoro e dei miei risultati, ma anche a nome di quanti, pur non essendo parte dei miei gruppi operativi, sono riusciti a recuperare dei bambini autistici. Chi non è stato capace di raggiungere questi risultati, farebbe meglio a tacere, a farsi da parte, o ad andare a imparare da chi ha ottenuto successi, piuttosto che denigrare chi ci è riuscito. Spargere pessimismo, è un atto di vigliaccheria e disonestà, soprattutto nei confronti di nuove e sempre più numerose famiglie che si trovano a dover combattere il mostro dell’autismo, e che avrebbero bisogno di conforto e speranze concrete, piuttosto che parole denigratorie verso chi può essere loro utile.
Infine, una considerazione sulle terapie e sui terapisti. Considero ridicolo che ci siano sostenitori di determinati “metodi”, che si autoconferiscano la patente di unicità di validazione scientifica. Ai bambini autistici servono operatori che sappiano renderli comunicativi, ben relazionati, autonomi, e soprattutto “parlanti”, e parlanti in modo creativo e non robotico o automatico; educandoli e non addestrandoli. Il miglior metodo, anzi, direi i migliori terapisti, sono quelli che raggiungono risultati concreti. Il consiglio che sento di dare alle famiglie che cercano di capire a chi prestare maggiore ascolto, e quindi a chi affidare il recupero del proprio bambino, è quello di chiedere a chi si autocelebra come unico e validato, di mostrare i frutti del suo lavoro, cioè di far incontrare altre famiglie, altri bambini, beneficiati dal tipo di intervento proposto. Quale che sia il “metodo”. Si guardino i risultati, quelli veri, non quelli scritti su carta. E’ la sfida che più mi piace lanciare a chi si professa unico e solo profeta della riabilitazione dell’autismo. Le nostre porte sono aperte sempre per mostrare il nostro lavoro e i nostri risultati. Il nostro “open day” dura 365 giorni l’anno. Per noi è sempre 2 aprile.