Due esempi di situazioni diverse che sono alla base di due modi di affrontare e
superare -o non superare- i problemi (riferisco episodi realmente
accaduti):
- Situazione A: "Pronto, dottore, vorrei portarle a visitare mio
figlio, ho il sospetto che sia affetto da autismo o che ne abbia alcuni segni.
Ora le racconto un po' la sua storia e le descrivo come si comporta a casa, a
scuola o con gli altri bambini...". "No, signora, mi scusi, non vorrà mica
raccontarmi tutta la storia al telefono, oltretutto non servirebbe per una
diagnosi a distanza, e in questo momento sono in visita". "Ah, va bene, allora
può darmi un appuntamento?". "Certamente...". "Sì, però, mi scusi, dottore,
nelle prossime settimane non ci saremo, poi dovremmo vedere in base ai turni di
lavoro di mio marito, e inoltre dovremmo stabilire bene l'orario, perché in
alcune ore della giornata il bambino dorme e sarebbe più nervoso se lo
portassimo proprio in quel momento". Trascorse diverse settimane, la persona in
questione mi richiama e fissa un appuntamento. Dopo pochi giorni mi scrive una
mail in cui chiede un cambiamento della data. Poi ancora mi ritelefona per
ridiscutere l'orario; e al riguardo riporto le parole testuali di una
conversazione: "Dottore, noi potremmo venire quel tale giorno dalle 12 alle 14
oppure dalle 16 alle 17,30". Cerco di accontentare la richiesta, e ci riesco, ma
ecco che dopo qualche ora mi giunge un'altra mail in cui mi si chiede di
cambiare tutto, perché la famiglia è in grado di venire solo di sabato. Cancello
nuovamente l'appuntamento da un'agenda su cui lavoro ormai più con il bianchetto
che con la penna, e -previo preghiera a una segretaria e a una collaboratrice
logopedista affinché mi dedichino qualche ora anche il sabato in cui avevano
preso il giorno libero- accetto di incontrare il bambino e la sua famiglia, quel
determinato sabato all'orario richiesto. A questo punto (e vi prego di credere
che è accaduto davvero), il venerdì sera precedente il sabato della visita, alle
ore 22, mi giunge una mail in cui laconicamente mi si annuncia la disdetta della
visita.
- Situazione B: "Pronto, dottore, vorrei portarle a visitare mio
figlio, ho il sospetto che sia affetto da autismo, mi dica quando può
ricevermi". "Da dove mi chiama? Preferisce venire a Milano, a Napoli, o a
Verona?". "Non importa dove, noi abitiamo a centinaia di chilometri da tutte e
tre queste città (la telefonata che sto raccontando proveniva dalle Marche), per
cui mi dica solo dove possiamo vederla al più presto". "Beh, domani sarò a
Napoli, ma non so se riuscite ad organizzarvi in poco meno di ventiquattro ore".
"Non si preoccupi, ce la faremo, è nostro interesse fare presto; dunque a che
ora e dove può riceverci?". "Domani a Napoli alle 12 va bene?". "Certo, grazie e
a domani". La famiglia arriva anche con un po' di anticipo sull'orario
stabilito, e quando alla fine della visita, prescrivo indicazioni terapeutiche e
alcune analisi, i genitori del bambino si attivano subito per mettere in pratica
quanto consigliato.
...
Commenti personali:
Non tutti i casi di autismo
hanno evoluzioni favorevoli, eppure accade di vedere bambini molto ben
riabilitati e significativamente migliorati, così come accade di vedere bambini
che non hanno mostrato, negli anni, alcun significativo miglioramento.
È
sempre un caso, una coincidenza, se la maggior parte dei figli riferibili alla
Situazione A continua a manifestare un autismo grave e profondo, e la maggior
parte dei figli riferibili alla Situazione B ha dato grandi soddisfazioni ai
terapisti e ai genitori?
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