domenica 7 dicembre 2014

Quante di voi?

Periodo di lauree... In tale occasione, riprendo un editoriale che scrissi diversi anni fa, pensando alle neolaureate logopediste. Lo ripropongo in questa sede:
Quante di voi, GIOVANI LOGOPEDISTE NEODIPLOMATE (anzi, oggi si dice “neolaureate”), che con grande e giustificata euforia state festeggiando questo importante traguardo della laurea (o minilaurea che dir si voglia) saranno professioniste nominate e ricercate, e quante andranno a trascorrere anni della propria esistenza in un centro di riabilitazione che parcheggia insufficienti mentali adulti dati per non recuperabili sin dai primi anni della loro vita perchè classificati come rendita fissa per centri convenzionati di cui voi sarete (semi)involontarie serve sciocche?
Quante di voi continueranno a studiare, ad aggiornarsi, a mettersi in discussione, a confrontarsi, a cercare di migliorarsi e migliorare le proprie capacità terapeutiche; e quante si limiteranno soltanto a fare un po’ di “shopping di crediti formativi” (oggi è un business anche questo), caso mai possibilimente vicino casa per non scomodarsi troppo a viaggiare?
Quante di voi avranno sempre una valigia pronta ad essere fatta e disfatta, perché disposte a girare l’Italia ed il mondo per portare ovunque la propria opera (sempre se ne sarete in grado), studiare e confrontarsi; e quante di voi la valigia la tireranno fuori dall’armadio solo per le ferie estive?
Quante di voi frequenteranno le sale dei congressi pendendo dalla labbra dei vari “tromboni” (vecchi e nuovi) universitari, figli, nipoti e pronipoti di (guarda caso) omonimi docenti che vi racconteranno ciò che vorranno senza che siate minimamente in grado di accettare o respingere certe affermazioni; e quante di voi invece “ruggiranno” da dietro a quei microfoni, dimostrando che le terapie si possono svolgere anche come dite voi, e che non tutte le asserzioni scientifiche passate come tali, sono delle verità, ma possono anche essere messe in discussione?

Quante di voi, ASPIRANTI TIROCINANTI E FREQUENTATRICI DEI MIEI CENTRI, che siete venute al primo colloquio ben vestite e truccate e con i capelli freschi di parrucchiere, continuerete a venire a veder lavorare le vostre (future) colleghe, mettendovi umilmente in discussione e a confronto, cercando di attingere ciò che potrà essere utile alla vostra preparazione e formazione, senza fretta di operare subito, senza arrogante presunzione, e con quello spirito di sacrificio necessario per assimilare ed apprendere?
Quante di voi diventeranno come sono diventate alcune di quelle che diversi anni fa si erano sedute davanti alla mia scrivania porgendomi un curriculum che a stento lessi (“perché, tanto”, pensavo e penso, “a me interessa vedere quello che valete sul campo, non quello che avete scritto su questi fogli…”), e che oggi lavorano in tutta Italia, ricercate, elogiate e ammirate? O quante di voi si sono già arrese al solo sentirsi dire la frase: “Io non garantisco niente a priori, conquistate la mia fiducia e la mia stima e ci sarà spazio anche per voi”…?

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