lunedì 17 novembre 2014

Caro bambino in cammino verso l'autismo...

Caro bambino in cammino verso l’autismo,
questa lettera purtroppo non sarai tu a leggerla, ma chi probabilmente dovrà decidere per te, del tuo futuro, del tuo destino, delle tue possibilità di non cadere nel baratro verso cui sei incamminato, delle tue possibilità di trovare o recuperare la capacità di comunicare con gli altri e di esprimere le tue esigenze, i tuoi pensieri…
Oggi voglio dedicarti un augurio, mentre dentro di te sta crescendo il mostro dell’autismo, non importa se perché non hai retto ai tanti vaccini che ti hanno iniettato in corpo in quantità così esagerate e con tanta fretta, o perché nel tuo codice genetico era già scritto che ti saresti avviato subito verso questa malattia, o per entrambe le ragioni; voglio dedicarti un augurio veramente di difficile realizzazione, quasi impossibile.
Sto per augurarti infatti, che quando (e spero al più presto) almeno uno dei tuoi genitori (di solito la mamma, perché in tanti anni di esperienza e di lavoro mi sono accorto che quasi sempre sono le mamme ad essere più sensibili e più intelligenti) riferirà al tuo pediatra, che ha dei sospetti sul tuo sviluppo, che non ti vede come gli altri, che sembri più chiuso, meno attento, meno propenso a guardare la gente negli occhi, che muovi le mani sempre allo stesso modo, che ti fissi sempre e a lungo sullo stesso giocattolo (sempre che realmente qualche giocattolo ti attiri), che, insomma, sembra che te ne stai meglio in un mondo appartato…, il tuo pediatra non risponda di non preoccuparsi, che tutto si sistemerà col tempo, che “ogni bambino ha i suoi tempi”…, perché, sappi, caro piccolo cucciolo destinatario di questa mia lettera, che se il pediatra risponderà così e dissuaderà i tuoi genitori dal prendere subito iniziative per tirarti fuori dal baratro in cui stai cadendo, il tuo futuro sarà molto più difficile e incerto, e quella parola “autismo” rischierai di trovartela appiccicata addosso per sempre, o molto più a lungo, o comunque rischierai di portarti sempre qualche segno che ti renderà “diverso”.
Questo mio augurio ha in sé qualcosa di odioso, lo so, caro bambino incamminato verso l’autismo, ma sono più di venti anni che cerco di far capire a quei “dottori” chiamati pediatri, di non far perdere a te e a quanti come te, la possibilità di essere aiutati subito a non cadere in quella terribile malattia che oggi sta divorando tanti di voi.


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